La marcia della fede
Anche quest’anno, 14 giugno 2009, la sveglia è suonata alle 4. Il trillo squillante mi ha invitata ad alzarmi per mantenere una promessa fatta a me stessa la sera precedente : quella di andare incontro ai « mendicanti della fede » che hanno partecipato al pellegrinaggio a piedi, Macerata - Loreto. E’ da diversi anni che mi accingo a questa pratica.
Ho voluto percorrere gli ultimi km che separavano la meta insieme a questi animatori, padroni di una identità libera. Mi sono persa in quei visi radiosi e benchè avessero le membra stanche per la notte insonne trascorsa camminando, pregando, cantando, esprimevano quella felicità che solo nei figli di Dio si può riconoscere.
E’ in località Chiarino che mi sono accodata al serpentone umano, quest’anno era di 5 km ! Sebbene tutti gli anni sono preparata allo scenario che mi viene offerto, si è fatta strada in me un’emozione incontrollabile che con voce tremula ripeteva quelle formule antiche di preghiera che mi hanno proiettata nell’ammirazione umana per un popolo cristiano. Ho pensato che chiunque, davanti a questa detta scenografia, si ponga questa domanda : - « Cos’è che ha mosso tanti fedeli ? » Sicuramente un autentico Amore per un Dio fatto uomo e la venerazione per la Vergine. La voglia di amare di questa umanità nuova è grande come è grande la speranza. Sono arrivati in 80 mila da ogni parte d’Italia e non solo. Quale contentezza per una Madre vedere tanti figli radunati in un unico giorno ! Per me essere lì aveva il significato di un gesto di accoglienza, un abbraccio verso dei fratelli venuti da ogni dove, portando in dono se stessi !
Insieme abbiamo percorso quella strada che ci ha condotti senza deviazioni tra le braccia amorevoli di Maria. Ho stretto non solo mani, ma anche amicizie. Ho voluto testimoniare che il dialogo con in miei fratelli in Cristo è aperto e, cantando con tutta l’anima e con il sorriso sulle labbra, avanzavo ai piedi di colei che ci aspettava per donarci il suo dolce e tenero cuore.
Con gioia, ho capito, che alla casa del « SI » non si va da soli, ma in corteo, anche se il viaggio è lungo e faticoso.
Quanta « sofferenza » negli occhi di chi è prossimo, la vita è triste in alcuni momenti, ma il dolore unisce. La solidarietà con il vicino è il passo cadenzato sull’asfalto, accompagnato dalla preghiera, ha segnato la nostra fedeltà alla Vergine e al Mistero dell’Incarnazione. E come 2000 anni fa alcuni pastori si misero in viaggio per recarsi a Betlemme per vedere l’avvenimento Gesù, il Salvatore, così anche noi camminavamo con la stessa gioia per giungere alla sorgente di salvezza che è speranza per l’umanità.
Ma mentre i pastori per il viaggio avevano il canto e la luce degli angeli per giungere davanti alla Famiglia santa, noi avanzavamo con il buio. Le tenebre della nostra misera esistenza ci avvolgevano, solo la fiamma della nostra preghiera ci abbracciava dando a quel chiarore l’annuncio della prossima alba, l’arrivo di un nuovo giorno.
Il sole si è infine alzato, e il viaggio del pellegrino volgeva al termine ; là, sul sagrato della Basilica, Maria attendeva i suoi figli per continuare quel dialogo d’Amore che ci ha tenuto uniti per tutta la notte.
Come non parlare dell’incredulità di Colette (economa generale OdG) in visita a Loreto che ha assistito al passaggio del corteo e ha notato e letto nei visi di coloro che passavano (per circa un’ora) la gioia vera. ciò che più l’ha colpita è stata la presenza di una fmiglia con un bimbo nel passeggino. No stanchezza, no un trascinare di piedi, no la voglia di lasciar perdere. Esprimevano benessere dell’anima e la certezza che la loro vita era un investimento di Bene.
Grazie Maria della tua vicinanza, grazie per averci accompagnati in questa notte incredibile e di averci fatto comprendere che la nostra vita, senza di Te, sarebbe una cattedrale bellissima, ma senza altare.
Anna Longobardi